Festa di San Giacomo Maggiore 2024
Canti e Preghiere a San Giacomo
Antica Novena
1
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, per la meravigliosa prontezza che mostaste nell’ubbidire alla voce del Verbo Umanato, e che al dì vi scelse per uno dei suoi compagni nell’apostolato e che lasciaste ogni altro bene per seguirlo.
Vogliate impetrarci dal Medesimo una risoluta corrispondenza alla Divina ispirazione che ci invita a vivere dimentichi di questo mondo e pronti a procacciarsi i beni del Paradiso.
PATER, AVE E GLORIA
Oh Gran Santo Protettore
ab eterno destinato
al supremo apostolato
fosti accetto a Dio Signore
Oh! Gran Santo Protettore. (bis)
2
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, per il quale nome di tuono che ottenesti dal vostro cugino Gesù per cui metteste in rovina gli eserciti dei mori, nemici del nome cristiano, vogliate bandire da noi l’orgoglio dei tre nostri principali nemici che congiurano contro le nostre anime e che sono: il mondo, la carne ed il demonio.
PATER, AVE E GLORIA
Nome aveste Boanerghes
Che vuol dire figlio del tuono
per te vinti i mori sono.
Plaude Spagna al tuo valore
Oh! Gran Santo Protettore. (bis)
3
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, per il grande affetto che verso di voi dimostrò il Vostro caro Maestro nella sua inseparabile compagnia, anche nei misteri più reconditi di nostra fede, vogliate accedere nel nostro cuore un’ardente devozione al vostro culto ed una fornace d’amore verso Dio.
PATER, AVE E GLORIA
Fosti appena un dì chiamato
Lasci reti, mare e barca
Per seguire il gran monarca
Con sincero e puro amore
Oh! Gran Santo Protettore. (bis)
4
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, per la mirabile visione che aveste della Regina del Cielo cui serviste di strumento, con l’assistenza degli Angeli per edificare a suo onore la prima chiesa nella capitale d’Aragona, vogliate impetrarci dalla medesima un’ardente brama di servirla ed una vera devozione al suo venerabile nome.
PATER, AVE E GLORIA
Di Maria pur foste amante
A cui templi e chiese alzasti
Fa che noi umili e casti
Stesse impressa sempre al core,
oh! Gra Santo Protettore. (bis)
5
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, per l’ardente zelo che mostraste in difesa del Nazareno, esponendovi a vendicare le ingiurie fattigli dai Samaritani, vogliate talmente accendere nel nostro petto un eccessivo desiderio di difendere il suo amore che, ove si tratta di impedire ogni minima colpa, posponessimo anche col sangue la vita.
PATER, AVE E GLORIA
Nel mirarti acceso e ardente
E ripien di santo zelo a mostrar la vita al cielo,
ne gioisce il nostro core
oh! Gran Santo Protettore. (bis)
6
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, per i due prodigiosi miracoli che faceste in atto di andare alla morte, allorchè sanaste il paralitico e convertiste alla fede uno dei vostri principali carnefici facendolo anche vostro commartire, vogliate anche a noi, paralitici della grazia, impetrare il moto di una vera conversione per mai più trasgredire la vera legge di Gesù Cristo.
PATER, AVE E GLORIA
Mentre corri al tuo martire
Dio per te fa dei portenti
In quegli ultimi momenti,
e ai tiranni muta il core
oh! Gran Santo Protettore. (bis)
7
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro protettore Giacomo, che per simpatia d’affetto verso di voi ebbe la Vergine in tutto simile al Suo Unigenito che volle, colle proprie mani, trasferire la vostra purissima anima alla patria celeste, vogliate anche a noi, fatti ad immagine di Dio, ottenere assistenza d’entrambi, nel punto di nostra morte, per assicurarci la strada del paradiso.
PATER AVE E GLORIA
Oh! che bella ricopensa
Dona il cielo a chi costante
Ver Gesù si mostra amante
Godrà gloria e immenso amore
Oh! Gran Santo Protettore. (bis)
8
Oh! Santo Apostolo della Spagna e nostro Protettore Giacomo, per il singolare provolegio che vi concesse il nostro caro Maestro nel rendervi Protomartire agli Apostoli, vogliate concederci una viva brama di patire per Dio, deponendo anche la vita, siccome Voi ai comandi di Erode, deponeste il Sacrato corpo, ai piedi della Vergine, nel giorno stesso che egli morì su di un patibolo nel Calvario.
AVE, PATER E GLORIA
Deh! Via dunque o grande eroe
I nemici nostri atterra
Togli fame, peste e guerra
E gradisci il nostro amore
Oh! Gran Santo Protettore. (bis)
9
Oh! Santo Apostolo e nostro protettore Giacomo, per le grazie che di continuo spandete e tutto il mondo che in abito pellegrino concorre a venerare le vostre reliquie nella Spagna, nel di cui suolo, con indicibile miracolo l’esponeste, vogliate anche noi che vi abbiamo eletto per speciale Protettore, difenderci da ogni male in questa vita, per godere nell’altra la faccia beata, velata di Dion per tutti i secoli dei secoli, Amen.
PATER, AVE E GLORIA
Oh! che presto ognun di noi
Veder possa il Paradiso
La tua gloria, il tuo bel viso
Nel gran gaudio del Signore
Oh! Gran Santo Protettore. (bis)
OFFERTA
Gloriosissimo Apostolo, ardentissimo serafino di carità e zelo, tutelare Angelo della Chiesa militante San Giacomo, io N……, quanto più vile, altrettanto peccatore, mosso nondimeno dalla vostra impareggiabile santità e dal desiderio di imitare le Vostre erotiche virtù.
Non contento di vedervi costituito fedele custode di questo pubblico, prostrato oggi ai vostri piedi vi eleggo anch’io, in presenza dell’Angelo Custode e di tutta la coorte del Paradiso, per mio particolare protettore ed avvocato ed in segno della mia accesa devozione, vi offro liberamente il mio corpo ed i miei sensi ed operazioni, il cuore con tutti gli affetti e l’anima con tutto me stesso, acciò essendo tutto vostro, non pensi, non parli, non operi cosa alcuna, che non sia conforme al vostro genio ed al volere del nostro Divin Maestro.
Accettate dunque questa mia umile offerta e, se per il passato sono stato lontano dal vostro esempio, giacchè Voi alla prima voce ubbidiste ed io dopo tante invocazioni mi sono reso più sordo; Voi con un solo raggio di Pentecoste accendeste più regni ed io dopo replicati impulsi ed eccessiva carità, sono divenuto più freddo:
Voi insomma autenticaste la già promulgata fede con vostro sangue ed io anzi, ho sparso tanto di sudore per oltraggiarla.
Vi prometto, in avvenire, una perfetta imitazione delle Vostre virtù, un ardente zelo del vostro amore, ed una costante perseveranza nel visitarvi spesso esposto sull’altare. Bandite intantocosì da me come da questa città di Capizzi i meritati castighi ed impetratemi, dal Tribunale della Divina Misericordia, il perdono generale dei peccati commessi, una fida custodia dei presenti e di una invitta fortezza contro i mali futuri, acciò imitando l’innocenza di vostra vita possa alla fine spirare quest’anima come voi in presenza di Maria nostra comune signora, per ottenere mediante il patrocinio d’entrambi, dall’Eterno Giudice, favorevole la sentenza in quell’orribile momento da cui dipende la mia eterna salvezza e così goderlo per sempre con Voi Padre rimuneratore in trono rifulgentissimo di gloria,
Amen.
Inno a San Giacomo
O fedeli tutti in coro, eleviamo preci e canti, sì giulivi e osannanti, a San Giacomo Maggiore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Quando Cristo in riva al mare, con amore ti ha chiamato, reti e barca hai lasciato, per seguire il tuo Signore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Presso Dio tu sei potente! Dal peccato e da ogni male dal demonio che ci assale, ci difendi col tuo ardore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Del Signore grande amico tu sei stato un prediletto, testimone del suo affetto da donarti tanto amore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Tu proteggi ognor la Chiesa, da lassù, eterno cielo; con fortezza e santo zelo la difendi con ardore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Quando Cristo ascese al cielo, lasciò a te e ai tuoi Fratelli, la sua Madre; e tu con quelli l’hai amata con ardore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Il tuo culto si diffuse prima in Spagna e in tutto il mondo. Chi ti prega nel profondo di sua alma sente amore:
o gran Santo Protettore! (bis).
La tua voce come tuono si diffonde e ognun la ode; ma non piacque al re Erode che ti uccise con furore:
o gran Santo Protettore! (bis).
In Capizzi, ognun ti implora per l’eterna sua salvezza. Tu ci additi la richezza quella vera del Signore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Quando un dì l’alma nostra tutto lascia e al Padre torna, con Maria di grazie adorna, ci accompagni il tuo amore:
o gran Santo Protettore! (bis).
Rosario a San Giacomo
Prima posta
Sagnapicu Maggiori vi chiamati Cucinu carnali di nostru Signori, di ncìelu calau la ddivinitati chiddu chi porta li cincu feriti.
Pater, Ave e Gloria
Giaculatoria
– pi decimila oti lodami a sagnapicuzzu
– Lodamu tutti l’uri lu gran Santo protettori.
Seconda posta
Sagnapicuzzu chi vi ssupplicamu Vi ssupplicamu assai quantu putimu, facciuzza di lu suli e ddi bbrinnenti chi tutti li bbiddizzi aviti vui, ssimigghiastivu a Cristu Onnipotenti, cucinuzzi carnali tutti ddui.
Pater, Ave e Gloria
Giaculatoria
– pi ventimila oti lodami a sagnapicuzzu
– Lodamu tutti l’uri lu gran Santo protettori.
Terza posta
Sagnapicuzzu cu lo so vastuni, iddu nni scaccia la ntantazioni Iddu ni scanza di i mala pirsuna e nni leva tutti l’opinioni. Sagnapicuzzu patìu peni e duluri p’aviri luocu di salvazioni.
Pater, Ave e Gloria Giaculatoria
– pi trentamila oti lodami a sagnapicuzzu
– Lodamu tutti l’uri lu gran Santo protettori.
Quarta posta
Sagnapicuzzo cummatturi cummattenti Cunvirtistivu a nostru Signori tiempu a nnenti Cunvirtitilu cu dduci paroli Pi darini aiutu e cunzulazioni.
Pater, Ave e Gloria
Giaculatoria
– pi quarantamila oti lodami a sagnapicuzzu
– Lodamu tutti l’uri lu gran Santo protettori.
Quinta posta
Sagnapicuzzu tri scaluna cchianastu Tri funtani inchistu Una di sangu una di acqua e una di uogghiu Cunciditimi sta razia chi uogghiu
Pater, Ave e Gloria
Giaculatoria
– pi ciquantamila oti lodami a sagnapicuzzu
– Lodamu tutti l’uri lu gran Santo protettori.
* Il rosario si gira due volte, fino ad arrivare a “cientunmila oti lodami a Sagnapicuzzu”.
Preghiera
Sagnapicuzzu di Monti Liuni Tutti li casi l’atu firriatu, Nna mia sulu nun ci atu vinutu Vinitici ora e datimi aiutu.
Curiosità sulla festa di San Giacomo
Il fercolo (a Vara)
Di antica e robusta costruzione, poggia su due lunghe e pesanti travi, alla cui estremità vi sono fissati quattro grossi anelli (i Catineddi) in ferro.
Sulla parte superiore invece vi sono legate sei funi (i Lazzuni) di colore rosso.
Anelli e funi sono molto importanti per la guida e l’equilibrio del fercolo stesso.
Infatti, gli uni e le altre sono tenuti da devoti maturi e saggi, che ne vantano il possesso tramandato da padre in figlio, i quali con la loro bravura ed esperienza, fan sì che tutto proceda bene.
Un tempo, la processione del Santo veniva fatta con il fercolo antico, in legno pregiato, anch’esso molto pesante, in oro massiccio, ora posto sull’altare principale del Santuario dove viene collocata la statua del Santo Apostolo per tutto il resto dell’anno.
Reliquia di San Giacomo
La Città di Capizzi possiede la Reliquia più antica della Sicilia di San Giacomo Apostolo Maggiore, consistente in una giuntura di un dito del Santo.
I Mastazzola
Ogni anno alcune famiglie capitine, in segno di devozione verso il Santo, offrono ai portatori della “Vara” dei dolci tipici Capitini. L’ingrediente principale è il vino cotto accompagnato da diversi aromi.
I Miracoli
Il tradizionale rito di questi “miracoli” consiste nel percuotere vtiolenemente con l’estremità delle travi, dove poggia il fercolo, come un “ariete di guerra”, il muro di un’antica casa attigua alla chiesa di S. Antonio.
Il muro percosso da quegli urti veementi crolla e solo allora hanno termine i “Miracoli”.
Quando e come ha avuto inizio questo “rito” nessuno può saperlo con precisione, perché mancano i documenti storici.
Da sempre dicono i Capitini, San Giacomo ha fatto i “Miracoli”, attribuendo al “rito” un intervento soprannaturale.
Anzi a questi “Miracoli” era legata un’antica tradizione: quando le percosse al muro erano di numero pari, esse erano di buon auspicio sia per i frutti della terra come per tutto l’andamento dell’annata.
Invece le percosse in numero dispari portavano nel Paese: calamità, disgrazie, carestie e disastri d’ogni genere.
Oggi questa superstizione è scomparsa.
L’Aria Pirciata e la fuga dai Nicosiani
L’aia era un grande spazio aperto esposto alla tramontana dove venivano “pisati i regna di framientu”.
Era una delle più grandi aie della città. Tutto lo spiazzo a causa della presenza delle pietre forate viene denominato “Pirciata”.
Intorno al XVII secolo la città di Capizzi era invasa da un’epidemia di peste che aveva causato morti e lutti.
La gente animata dalla sua viva fede, si rivolse come sempre al suo Santo invocandone un aiuto imminente. San Giacomo, dopo tante e lunghe preghiere, apparve in tutto il suo fulgore (altro non poteva essere il figlio del tuono!) sul suo destriero bianco e sollevando in aria una spada fiammeggiante.
Con il suo intervento l’epidemia di peste ed ogni tipo di male scomparvero, facendo così ritornare la vita a Capizzi.
Si sostiene che l’evento sia accaduto realmente perchè il cavallo nella sua impetuosa corsa, avrebbe impresso su delle pietre poste nel luogo dell’impatto, i segni degli zoccoli.
Secondo un’altra storia, la sosta in questa località particolare è divenuta ancora più importante per la durata dell’avvenimento che vi ha avuto luogo. Sempre secondo la tradizione, il simulacro del santo sarebbe stato trafugato dai capitini da una chiesa del piccolo villaggio della contrada San Giacomo in territorio di Nicosia.
I nicosiani colti alla sprovvista dai capitini li inseguirono a colpi di “Biffiri”(grossi fichi).
Ma a quanto pare, il Santo era favorevole a lasciarsi portare a Capizzi; infatti questi tratteneva addosso i “Biffiri” maturi e faceva rimbalzare quelli più acerbi contro gli inseguitori nicosiani.
In questo luogo (l’aria pirciata) che guarda la valle sottostante fino alle falde del territorio nicosiano, i ladri in fugo e il Santo si sarebbero fermati a guardare i contadini derubati, e avrebbero, riposato ricevendo i primi conforti e aiuti dai capitini venuti loro incontro.
In effetti,qui, durante la processione, avviene il rito di propiziazione per le campagne e i portatori si riposano assaggiando qualche mastazzola (biscotti impastati con vino cotto), prima di affrontare la faticosa risalita di Via Libertà o San Leonardo nel quartiere Casalini
La fiera
Alla fiera di origine aragonese, da tempo rinomata e coincidente con i festeggiamenti in onore di San Giacomo, affluivano i prodotti artigianali e agricoli provenienti da tutta la Sicilia.
Nel 1780 Ferdinando III di Borbone vi aggiunse una fiera di bestiame la cui franchigia venne affermata nel 1803.
Nei tempi passati e fino agli anni ’70 questa aveva inizio il 21 Luglio per concludersi il 23.
Questi di solito erano i giorni caratterizzanti dal vento di tramontana e di scirocco che facevano sì che in piazza Mercato e nella località Timpe Russo si creassero i “Fuddietti”, dei veri e propri vortici di vento. Il 21 Luglio vi era l’affacciata.
Gli allevatori si presentavano con gli animali venuti da lontano e prendevano posto nei dintorni del paese in piazza Mercato e Timpe Russo.
Il 22Luglio aveva luogo la “fera china” durante la quale si vendeva l’animale al nuovo acquirente che veniva munito di un certificato anagrafico; quindi sull’animale veniva impresso un marchio a fuoco sulla spalla sinistra da parte dell’ufficio anagrafe bestiame del comune, mentre l’altro marchio veniva impresso da parte del proprietario sulla natica destra.
Il certificato anagrafico avrebbe accompagnato l’animale dalla nascita alla morte.
Il 23 Luglio era “u juornu da consegna”: il nuovo padrone tornava a marchiare l’animale sulla natica col suo marchio di famiglia, quindi gli veniva consegnato l’animale. Un elemento importante nella fiera erano i sensali-mediatori, persone abilissime che riuscivano a mettere d’accordo acquirente e venditore; ad affare concluso spettava loro la“sinsalia” cioè la percentuale sulla vendita.
Il Vessillo Aragonese
Tra le leggi ingiuste che affliggevano la Sicilia, vi era quello della tassa sulla fiera.
Ogni cittadino per accedere alla fiera con gli animali, era tenuto a pagare la tassa; questa pesava tanto, e in special modo su chi non riusciva a vendere nessun capo di bestiame.
Il re Pietro II d’Aragona, che aveva fatto del castello di Capizzi la sua residenza estiva, con un decreto regio dichiarò i cittadini esenti dalla tassa d’ingresso alla fiera, che si svolgeva durante i festeggiamenti in onore di San Giacomo; egli donò inoltre alla città il Vessillo con il suo stemma.
I capitini in segno di gratitudine per questa occasione, decisero di portare in processione ogni anno durante la festa di San Giacomo e precisamente il 22 Luglio, il Vessillo che tutt’oggi viene conservato nella chiesa Madre, fino al castello, là dove si ergeva la cappella reggia di Santa Maria Maddalena.
Processione delle Sante Reliquie
Anticamente il 24 Luglio era il giorno della penitenza, del digiuno e del viaggio.
Al giorno d’oggi alle ore 22.00 si svolge la processione delle Sante Reliquie con la partecipazione delle Confraternite di S. Bartolomeo martire, della Confraternita di San Giacomo e dei cittadini.
Un tempo vi partecipavano tutte le confraternite della città con le rispettive cappe, stendardi e bacchette.
La processione compie ancora lo stesso tragitto, dalla chiesa Madre fino al Santuario di S. Giacomo.
Le Reliquie racchiuse in una teca in artistico legno dorato e decorato sono: la giuntura del dito di S. Giacomo Apostolo Maggiore, il braccio di San Nicola di Bari, di Santa Lucia vergine martire, di San Sebastiano martire, di Sant’Antonio di Padova, di Sant’Antonio Abate, del venerabile capo di San Giovanni Battista, di San Bartolomeo Apostolo e un frammento del vero legno della Santa Croce.
All’arrivo della processione delle Reliquie, seguono i Vespri in forma solenne, in onore di San Giacomo.
Il Voto
Promessa fatta a Dio o ai Santi di una cosa che si ritiene essere loro gradita: è moralmente vincolante.
Perciò anche se trascorrono molti anni da quando la persona fa il proprio Voto, questa è tenuta a mantenere la promessa fatta.
Ma, a dire il vero, in determinate circostanze, il sacerdote può dispensare la persona dal Voto oppure cambiarlo.
I Voti più comunemente realizzati tra la popolazione consistono nell’offerta di torce di cera, tovaglie, provole di caciocavallo, denaro, capi di bestiame, mastazzola (caratteristici biscotti di farina impastati con vino cotto) e naturalmente la promessa del famoso viaggio.
Fino a non molto tempo fa era costume portare ex voto, un oggetto di cera che rappresentava la parte anatomica risanata tramite il miracolo; per la questua al posto del denaro, si donava un po’ di frumento o di farina.
Ma oltre ai Voti esteriori consistenti in qualcosa di materiale, sono molti i devoti del Santo che hanno dei voti interiori o perpetui come quello di non bestemmiare, o praticare il digiuno e la mortificazione.
Di sicuro il Voto che commuove maggiormente è il viaggio.
Questa antica tradizione, la cui finalità è di espiare i peccati da vivi per alleviare le sofferenze del purgatorio e al tempo stesso rendere grazie a Dio per la grazia ricevuta, perpetuata nella notte del 24, all’alba del 25 Luglio, consiste ne percorrere a piedi scalzi il lungo tragitto che il Santo il giorno 26 Luglio sorretto a spalle dai suoi devoti, compie per le strade della città toccando tutti gli edifici di culto esistenti e non.
Per tutto il percorso, i devoti pregano pronunciando certe formule tradizionali e recitando il Santo Rosario.
Non è raro scorgere alla fine del viaggio, alcune devoti che, in segno di penitenza strofinano la lingua dal portale della chiesa fino all’altare principale, dove si trova San Giacomo benedicente; questi, carponi sul pavimento della chiesa, strofinano la lingua senza arrestarsi, incuranti del dolore o della fuoriuscita di sangue.